venerdì 13 giugno 2008

La Costituzione della Repubblica Italiana

60 anni della Carta Costituzionale: articolo pubblicato su Tecnopolis-hi, altri approfondimenti su questo blog:
Rai Educational: La Storia siamo Noi a cura di Giovanni Minoli ci regala un'altra "perla":

Sessant'anni di sana e robusta Costituzione

Il 22 dicembre 1947, un anno e mezzo dopo il suo insediamento, l’Assemblea Costituente consegna al Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il frutto del suo lavoro, la Carta Costituzionale. Il 1° gennaio 1948, dopo la firma del Presidente e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, la Costituzione italiana entra in vigore. Negli articoli della Costituzione, ancora oggi in vigore, si riflettono i principi che hanno ispirato i costituenti: il lavoro, la democrazia, la solidarietà e l’eguaglianza, e poi il ripudio della guerra, la libertà d’espressione, la parità delle confessioni religiose e la tutela dell’ambiente.


Quattro testimonial d’eccezione come Mike Bongiorno, Fiorello, Rino Gattuso e Luciana Litizzetto recitano gli articoli fondamentali della Costituzione italiana. Due professori li commentano, contestualizzandoli nel quadro storico e ideale del nostro paese; sono Paolo Caretti, professore di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze e Giovanni Sabbatucci, ordinario di Storia Contemporanea alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università "La Sapienza" di Roma.


Il presidente del Senato Renato Schifani e il presidente della Camera Gianfranco Fini vengono intervistati dagli studenti in merito alla Costituzione italiana, alla sua attualità, al suo significato e all'eventuale necessità di una sua riforma.

fonte e video

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LEMMA:

La parola italiana costituzione si forma dall’accusativo del termine latino constitutio e indica originariamente come è costituito qualcosa.
Per risalire alle origini, occorre ricordare che in latino esisteva
un gruppo di verbi e di nomi collegati con il verbo stare nel senso di essere fermo, fisso, stabile, o da questo derivati.
La radice st- si presenta infatti in molti termini che si riferiscono a concetti o entità fondamentali del linguaggio politico: innanzitutto status che indica lo stare fermo e quindi la condizione stabile di un individuo e poi di una società, cioè il nostro Stato.
Su status si è formato a sua volta il verbo statuere, stabilire, con il suo participio passato statutum da cui provengono gli odierni statuire e statuto, e successivamente in-stituere, da cui si forma
istituzione, e constituere da cui nasce il nostro costituire.
Il prefisso con- sottolinea l’unione di diversi elementi, e il verbo giunge a significare disporre, ordinare, quindi costituire, sia sul piano materiale come sinonimo di costruire, fabbricare, erigere, sia con un
valore più astratto , riferito soprattutto all’ambito del diritto, delle istituzioni, della vita di un paese, delle responsabilità di un governo.
In italiano, costituzione è una parola colta, presente in molti linguaggi specialistici, come quello medico o quello della biologia e di altre scienze.
Ci si può riferire alla sana e robusta costituzione fisica di un individuo, o alla costituzione di un organismo vivente, di un terreno o di un pianeta.
Ma il valore più noto di questo termine, quello al quale più direttamente si fa riferimento quando si parla di costituzione, è quello giuridico - politico, di
legge o insieme di leggi che fondano l’ordinamento, le istituzioni di uno Stato.
In tal senso la costituzione può essere tanto materiale, di fatto, quanto oggi quasi sempre formale, cioè redatta per iscritto. Quest’ultimo è il caso della Costituzione del nostro paese, che è stata approvata nel 1948 da un’apposita Assemblea Costituente eletta a suffragio universale.
Nel 1946 tutto il popolo italiano aveva infatti scelto con un referendum istituzionale la
repubblica, cioè la forma repubblicana dello Stato.

Si era così abrogato lo Statuto albertino, così chiamato perché concesso dal re Carlo Alberto di Savoia al popolo. Questo statuto era stato poi esteso, con alcune modifiche, al Regno d’Italia.
In questi ultimi anni il dibattito sulla riforma della costituzione si è riacceso, e il
parlamento ha nominato una commissione composta da membri di entrambe le Camere per mettere allo studio gli adeguamenti necessari alle mutate esigenze dei tempi.
Un compito, questo, di particolare responsabilità , perché la costituzione, in una
democrazia come la nostra, è il fondamento dei diritti e dei doveri dei cittadini, e il patto costituzionale è alla base non solo della nostra convivenza civile, ma della nostra stessa libertà.

testi a cura di Ignazio Baldelli e Ugo Vignuzzi

fonte: Educational.Rai.it

cheyenne

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