[...]"Voglio sfogare con qualcuno la tristezza che mi devasta l'anima
in questi giorni, alla vista di tanti stranieri che hanno invaso
l'Italia, e verso i quali la nostra civiltà, che a parole si proclama
multirazziale, multiculturale, multietnica e multireligiosa, non riesce
a dare accoglienze che abbiano sapore di umanità.
So bene che il problema dell'immigrazione richiede molta avvedutezza e
merita risposte meno ingenue di quelle fornite da un romantico
altruismo. Capisco anche che "le buone ragioni" dei miei concittadini
che temono chi sa quali destabilizzazioni negli assetti consolidati del
loro sistema di vita. Ma mi lascia sovrapensiero il fatto che si
stentito a capire "le buone ragioni" dei poveri allo sbando e che, in
questo esodo biblico, non si riesca ancora a scorgere l'inquetante
malessere di un mondo oppresso dall'ingiustizia e dalla misera [...]
(è necessario) vincere gli istinti xenofobi che ci dormono dentro, che
si ammantano di ragioni patriottiche. Che scatenano, all'interno delle
nostre raffinatissime città, inqualificabili atteggiamenti di rifiuto,
di discriminazione, di violenza, di razzismo. E che implorano le
Istituzioni, con martellante coralità, rigorosi provvedimenti di forza.
Siamo vittime di una insoppartabile prudenza e scorgiamo sempre
angoscianti minacce dietro l'angolo. Perchè lo straniero mette in crisi
sostanzialmente due cose: la nostra sicurezza e la nostra identità"
fonte: A. Bello - Ad Abramo e la sua discendenza - ed. La Meridiana -
Molfetta - pag 157 - 1992
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quanto sono attuali le tue parole, caro Don Tonino ... come piaceva che ti si chiamasse ... semplicemente .....
cheyenne
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