venerdì 13 giugno 2008

Don Tonino Bello

[...]"Voglio sfogare con qualcuno la tristezza che mi devasta l'anima

in questi giorni, alla vista di tanti stranieri che hanno invaso

l'Italia, e verso i quali la nostra civiltà, che a parole si proclama

multirazziale, multiculturale, multietnica e multireligiosa, non riesce

a dare accoglienze che abbiano sapore di umanità.
So bene che il problema dell'immigrazione richiede molta avvedutezza e

merita risposte meno ingenue di quelle fornite da un romantico

altruismo. Capisco anche che "le buone ragioni" dei miei concittadini

che temono chi sa quali destabilizzazioni negli assetti consolidati del

loro sistema di vita. Ma mi lascia sovrapensiero il fatto che si

stentito a capire "le buone ragioni" dei poveri allo sbando e che, in

questo esodo biblico, non si riesca ancora a scorgere l'inquetante

malessere di un mondo oppresso dall'ingiustizia e dalla misera [...]
(è necessario) vincere gli istinti xenofobi che ci dormono dentro, che

si ammantano di ragioni patriottiche. Che scatenano, all'interno delle

nostre raffinatissime città, inqualificabili atteggiamenti di rifiuto,

di discriminazione, di violenza, di razzismo. E che implorano le

Istituzioni, con martellante coralità, rigorosi provvedimenti di forza.

Siamo vittime di una insoppartabile prudenza e scorgiamo sempre

angoscianti minacce dietro l'angolo. Perchè lo straniero mette in crisi

sostanzialmente due cose: la nostra sicurezza e la nostra identità"


fonte: A. Bello - Ad Abramo e la sua discendenza - ed. La Meridiana -

Molfetta - pag 157 - 1992
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quanto sono attuali le tue parole, caro Don Tonino ... come piaceva che ti si chiamasse ... semplicemente .....
cheyenne

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