domenica 27 luglio 2008

Maurice Ravel

Bolero di Maurice Ravel
Direttore d'orchestra: Herbert von Karajan
cheyenne

Stanley Kubrick

Se fosse vissuto, Kubrick ieri avrebbe festeggiato il suo compleanno.
Un omaggio al grande regista di
2001 Odissea nello spazio, Il Dottor Stranamore, e tanti altri ..
cheyenne

Maria Callas

Maria Callas nella superba interpretazione :
Carmen di Georges Bizet

cheyenne

mercoledì 23 luglio 2008

Cristina e Violetta "Le nostre bimbe rom uccise dall´indifferenza"

Gli aggiornamenti della stampa estera si possono leggere nell'articolo precedente. Il dolore dei parenti: Vera Carig, la nonna di Cristina e Violetta ha parole dure verso l'indifferenza, come le si può dar torto?
***
"Si sono ricordati di togliere i rifiuti da qui solo dopo la tragedia delle ragazze affogate"
[...]Vera Carig è una donna piccola, con occhi azzurri come lame: «Tre mesi fa davanti al campo c´è stato un incidente stradale tra due ragazzi italiani, noi siamo usciti tutti per aiutarli. Li abbiamo soccorsi e trattati come figli, perché invece Violetta e Cristina sono state abbandonate sotto un asciugamano. Io non li maledico con la forza del loro odio, ma con quella del mio amore per le mie bimbe».[...]
continua >>> l'articolo di Cristina Zagaria pubblicato su L'Espresso di Repubblica
cheyenne

lunedì 21 luglio 2008

Bimbe rom annegate: l'Arcivescovo di Napoli e Laura Boldrini condannano l'indifferenza


"Occhio che non vede, cuore che non sente". E' sufficente girarsi dall'altra parte, decidere che la faccenda non lo riguardi, chiudere gli occhi ed ignorare.
Perchè tanto clamore? Forze dell'Ordine, Operatori del 118 e bagnini hanno fatto il possibile e l'impossibile per salvare le due giovani vite. Verissimo, infatti l' anomalia che viene denunciata è proprio perchè a fronte di questi sforzi, il relax e la tintarella dei bagnanti intorno continua come se nulla fosse accaduto..... Chiamatela come vi pare, ma, a mio modesto parere, è uno dei segni del sopore e dell'addromentamento delle coscienze. "il chi se ne frega" regna sovrano. La maggior parte dell'umanità, dinanzi a due cadaveri ha segni di rispetto che possono variare: c'è chi si fa il segno della Croce, chi prega, chi sta semplicemente in piedi, in silenzio, in segno di rispetto.
Ciò che viene denunciato da dal Cardinal Sepe - Arcivescovo di Napoli- e Laura Boldrini - portavoce dell'Alto Commissario per i rifugiati dell'Onu - è la "preoccupante" normalità di una giornata di mare che è continuata.
La cronaca, purtroppo altro non ci può dire, quali sentimenti aleggiavano su quella spiaggia? Con quali sentimenti i testimoni della tragedia ne hanno riferito a figli, genitori, parenti ed amici? Non ci è dato di saperlo. Calerà il silenzio su questa ennesima tragedia della disperazione, un silenzio ancora più impenetrabile perchè le piccole vittime erano rom, cosi come le altre 2 ragazzine che si sono salvate e sono scappate per paura...
***

«Preoccupazione» e «indignazione». Non ci sono altre parole per descrivere la sciagura delle due bimbe rom che ieri sono annegate a Torregaveta, vicino a Pozzuoli, i cui cadaveri sono rimasti per ore in spiaggia tra l'indifferenza dei bagnanti. Parole forti quelle di Laura Boldrini, portavoce dell'alto commissario per i rifugiati dell'Onu. Cordoglio alle famiglie delle due bimbe che nell'assolata giornata di ieri, dopo ore sotto il sole a vendere conchiglie, braccialetti e portafortuna avevano deciso di farsi un bagno tra le onde agitate del mare. Condanna anche da parte dell'arcivescovo di Napoli, cardinal Sepe che parla di indifferenza devastante, mentre il sindaco di Monte di Procida, Franco Iannuzzi, respinge le accuse e spiega che «tutti si sono mobilitati per salvare le bambine».
La tragedia. Per Violetta e Cristina Ebrehmovich, 12 e 11 anni, non c'è stato nulla da fare nonostante il tentativo di salvataggio di due bagnini dei vicini stabilimenti privati. Le due ragazzine si gettano in mare insieme ad altre due amiche, Manuela di 15 e un'altra piccola di 8. Venivano dal campo nomadi di Scampìa, vicino a Secondigliano. Avevano preso la Cumana, il treno che collega Napoli con Pozzuoli e i centri della periferia.Il cordoglio dell'Unhcr. Cordoglio ma «anche preoccupazione - ha detto Laura Boldrini, portavoce dell'alto commissario per i rifugiati dell'Onu - per quanto accaduto sulla spiaggia. Infatti, secondo quanto riportano i giornali, nessuno dei bagnanti sarebbe intervenuto a tentare di salvare le bambine prima dei soccorsi dei bagnini. Colpisce ed indigna anche il fatto che il recupero dei due corpi sia avvenuto nell'indifferenza generale, come se niente fosse avvenuto». E la Boldrini si chiede: «Si sarebbe tenuto lo stesso comportamento se si fosse trattato di due bambine italiane? Come possibile che le persone non danno più spazio alla commozione, di fronte ad un dramma simile?».
La portavoce ha ricordato che il 20% dei rom presenti in Italia sono slavi, persone che hanno ottenuto lo status di rifugiati o la protezione umanitaria.
continua >>> l'articolo pubblicato su IL Messaggero
cheyenne
***
Aggiornamento:
è triste, molto triste leggere che l'Italia è sui maggiori quotidiani ed agenzie stampa internazionali a causa di questo sciagurato atteggiamento di "indifferenza" che è stato stigmatizzato da tutti. Per favore, non mi si vengano a ripetere le solite frasi retoriche sulla presunta cattiveria dei giornali stranieri.
Ho già scritto in precedenza le mie preoccupazioni: l'insofferenza verso gli immigrati; il Mediterraneo che diventato un mare di tombe senza croci, ed altro ....
L'indifferenza è uno dei peggiori segnali della società italiana da alcuni decenni.
Guardando quelle foto ho la nausea, mi viene da vomitare ....
***
***
cheyenne

sabato 19 luglio 2008

"Io, come Eluana vi prego di tacere" [La principessa sul pisello]

La lettera di una donna 48enne costretta a letto dalla malattia

Caro Direttore,

sono Marina Garaventa, ho 48 anni e sono, più o meno, nella stessa situazione in cui era Piergiorgio Welby: come lui, ho il cervello che funziona benissimo, diversamente da lui, posso ancora usare le mani e la mimica facciale. Come ho seguito il caso Welby, esprimendo la mia
opinione, ho seguito il caso, ben più grave del mio, di Eluana Englaro e mi sono «rallegrata» della sentenza che ne sanciva la conclusione, sperando che nessuno si permettesse di intromettersi in un caso così delicato e personale. Non avevo la benché minima intenzione di dire o scrivere alcunché fino all’altra mattina alle 7 quando, ascoltando i primi notiziari, ho sentito tante «cazzate» che mi sono decisa a dire la mia. Io sono abituata a esprimere opinioni, dare giudizi e consigli solo su cose che conosco bene e che ho vissuto personalmente e mi piacerebbe tanto che tutti si regolassero così, evitando di aprire la bocca per dare aria a sentenze basate su mere teorie filosofiche e moral-religiose.
Con queste parole mi riferisco, in particolare, alle recenti «sortite» di alcuni personaggi noti che, in un delirio di onnipotenza, dicono la loro, scrivono lettere patetiche e organizzano raccolte pubbliche di bottiglie d'acqua: le bottiglie, a Eluana, non servono perché sia l'acqua sia la nauseabonda pappa che la tiene in vita e che anch'io ho provato per mesi, le arriva attraverso un sondino. Bando quindi ai simbolismi di pessimo gusto di Giuliano Ferrara, stimato giornalista, e al paternalismo di Celentano, mio cantante preferito. In quanto al mio esimio concittadino, il Cardinal Bagnasco, sarebbe cosa buona e giusta che, prima di esprimersi su quest'argomento, avesse la bontà di spiegarci perché a Welby è stata negata la messa e, invece, il «benefattore» della Magliana, Renatino De Pedis, è sepolto in una nota chiesa romana.
A questo punto, però, siccome neppure a me piace fare della teoria, propongo a questi signori di prendersi un anno sabbatico e offrirlo a Eluana: passare con lei giorni e notti, lavarla, curarle le piaghe, nutrirla, farla evacuare, urinare, girarla nel letto, accarezzarla, parlarle nell'attesa di una risposta che non verrà mai. Sono disponibile anche a mettermi a disposizione per quest'esperimento ma, devo avvisare tutti che, per loro sfortuna, io sono sicuramente meno
docile di Eluana e se qualcuno, chiunque sia, venisse per insegnarmi a vivere, lo manderei, senza esitazione, «affanc...».
A sostegno di quanto detto finora, aggiungo che, nonostante io non possa più camminare, parlare, mangiare, scopare e quant'altro, amo questa schifezza di esistenza che mi è rimasta e mai ho avuto il desiderio di staccare la spina del respiratore che mi tiene in vita.
Nonostante tutte le mie limitazioni, io ho una vita intensissima: scrivo su alcuni giornali locali, tengo un blog (
http://www.laprincipessasulpisello.splinder.com/), ho un'intensa vita di relazione e, in questo periodo, sto promovendo un mio libro che narra di questa mia splendida avventura. («La vera storia della principessa sul pisello», Editore De Ferrari , Genova).
Sicuramente qualcuno penserà che voglio farmi pubblicità e, in un certo senso, è vero: io voglio, per quanto posso, dar voce a tutti quelli che sono nella mia condizione e non sanno o non possono dire la loro.

continua >>> la lettera di Marina Garaventa e l'articolo di Marco Raffa pubblicato su La Stampa

***


grazie Marina,
grazie Marina, perchè hai voluto mettere in gioco la tua persona in favore di altri che non hanno più voce;

grazie Marina, perchè trasmetti amore e comprensione verso altri che soffrono;

grazie Marina perchè fai sentire la tua voce attraverso le macchine che ti aiutano anche a respirare;

grazie Marina, perchè umiltà non sia una parola vuota;

grazie Marina, perchè il tuo dramma sia di aiuto ad altri ......

cheyenne


sabato 12 luglio 2008

Papa Luciani: 33 giorni di Pontificato




LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO I
La Congregazione delle cause dei santi ha firmato il decreto di validità dell’inchiesta

La diocesi di Altamura sta per chiudere il processo, ogni decisione passa a Roma

E’ confermato: il pugliese guarito dal linfoma maligno deve la grazia all’intercessione di Papa Luciani. Lo ha accertato la Commissione diocesana di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti che sta per chiudere il processo e consegnare la documentazione alla commissione medica della Congregazione vaticana per le cause dei santi.
Il riconoscimento ufficiale del miracolo spetta, dunque, a Roma, ma in Puglia lo si dà per confermato. E così pure a Belluno, tra quanti si occupano della beatificazione di Luciani. Ma, ai piedi delle Dolomiti, si registra un altro passo in avanti: la Congregazione delle cause dei santi ha firmato il 27 giugno il decreto di validità sugli atti dell’ inchiesta diocesana sulla beatificazione.
«Si tratta, secondo la terminologia canonica - come spiega il vice postulatore monsignor Giorgio Lise - del decretum de validitate, circa la validità degli atti dell’inchiesta diocesana». Voluta dall’allora vescovo Vicenzo Savio, convinto della santità di Luciani - come “santo popolare” - l’inchiesta diocesana si è aperta nel 2003 e si è conclusa nel 2006.
continua >>> l'articolo di Francesco Del Mas pubblicato su l' Espresso di Repubblica
***
Papa Luciani

Il 26 agosto 1978 viene eletto Papa Albino Luciani con il nome di Giovanni Paolo I: è trascorso appena un mese quando, il 29 settembre 1978, tutta la Chiesa Cattolica, da Roma al Sudamerica, viene scossa dalla triste e inaspettata notizia: il Papa è morto. I fedeli, che in appena trentatré giorni di pontificato sono stati onquistati dalla semplicità, dall'animo gentile ma determinato di Giovanni Paolo I, devono già rassegnarsi a piangerlo.

Da Cardinale di Venezia, Albino Luciani era salito al soglio di Pietro dopo un rapidissimo conclave, nel quale fu eletto a grandissima maggioranza come successore di Paolo VI. Nonostante avesse scelto, come mai prima era accaduto, un doppio nome in ossequio ai suoi predecessori, alcuni gesti innovatori avevano inaugurato il suo pontificato rompendo la continuità con alcune tradizioni ecclesiastiche, ad esempio con l'abolizione del plurale maiestatis e della tiara papale.

fonte
tratto da "
La Storia siamo noi"
un programma di
Rai Educational
Direttore Giovanni Minoli
***
cheyenne

venerdì 11 luglio 2008

La guerra della sabbia

Le spiagge di Lecce divorate dal mare. Brindisi: non avranno mai la nostra rena
Se paghiamo la Germania per liberarci dei nostri rifiuti, perché non pagare l'Albania per prenderci la sua sabbia? Certo che si può, e presto lo faremo, perché Lecce ha bisogno di sabbia per il suo litorale disastrato, Brindisi non gliela vuol dare e da sette anni non si trova una soluzione. La guerra della sabbia - tra isterismi politici, rigurgiti campanilistici e schizofrenie giurisprudenziali - ha già fatto troppi danni. E altri ne farà, se non si trova una soluzione nei prossimi sei mesi. La spiaggia da salvare è quella di San Cataldo, a otto chilometri da Lecce sull’Adriatico: graziose villette e una decina di stabilimenti balneari in un paio di chilometri. Negli anni, la spiaggia è arretrata di decine di metri, inghiottita dal mare. Erosione costiera, si chiama il fenomeno idrogeologico. A causarlo l'innalzamento del livello del mare e la secca dei fiumi che trasportano detriti, con il generoso contributo umano sotto forma di costruzioni abusive, rimozione della flora e abbattimento delle dune di sabbia, due argini naturali. Risultato: nel 2001, della spiaggia di San Cataldo resta ben poco. Una sottile lingua di terra per un paio di file di ombrelloni. E in alcuni punti nemmeno quella: le mareggiate si
infrangono direttamente sul ciglio della strada. I bagnanti si dileguano, gli operatori sono in crisi.

Il Comune di Lecce presenta un piano di salvataggio. Si tratta di fare un trapianto di sabbia che i tecnici chiamano «ripascimento». Buona idea, la Regione la finanzia con 5 milioni di euro presi dai fondi europei. Resta solo da decidere dove prendere la sabbia da «trapiantare» a San Cataldo. Da Punta Penne, la spiaggia di Brindisi:
sui fondali al largo - spiegano gli esperti - c'è un giacimento di sabbia disponibile. Lecce e Brindisi distano appena quaranta chilometri, la sabbia è compatibile e il lieto fine pare garantito.

Fatto l'appalto, la ditta vincitrice avvia i lavori. E tutto fila liscio, finché la notizia non giunge all'orecchio dei brindisini. I quali, di regalare ai cugini leccesi 200 mila metri cubi di sabbia (diecimila grandi camion), non ci pensano proprio. Le associazioni ambientaliste organizzano una catena umana sul bagnasciuga. Un chilometrico girotondo a difesa della sabbia, con diecimila firme raccolte, diretta radio e riprese tv da un aereo per immortalare il grande evento. In città si organizzano presidi e manifestazioni e compaiono ovunque striscioni di protesta. Uno anche allo stadio, in curva: «La sabbia non si tocca».

continua >>> l'articolo di Giuseppe Salvaggiuolo pubblicato sulla Stampa
***
Di guerre tra poveri la storia ne è piena: guerre per il pane, guerre
tra nuova e vecchia emigrazione, ma, personalmente, non avevo ancora assistito alla "guerra della sabbia"..ahimè !
Un pò di solidarietà in più e meno campanilismi, sarebbero un bene per tutti, anche per l'immagine della Puglia ... oppure .... mettere "la testa sotto la sabbia", come gli struzzi ?
cheyenne

Turismo sessuale: parliamone ...

Estate: tempo di vacanze. La parola d'ordine è "bando agli argomenti "pesanti", per coloro i quali possono permettersi una vacanza in questo momento di crisi economica.
Evito, quindi, di dilungarmi su questo argomento anche perchè il video è chiarissimo nella denuncia del cosidetto "turismo sessuale a danno dei minori". Vi sono interviste a rappresentanti delle Forze dell'Ordine, Magistrati, giornalisti, etc.
Solo un appello al senso di umanità: è necessario fare luce su questo commercio dell'infanzia, ovunque voi siate in vacanza. Non siate indifferenti, la lotta contro la pedofilia passa anche per questa strada.

***
Predatore di bambini.Turismo sessuale
di Manuela Lasagna
Un fenomeno in crescita che vede gli italiani ai vertici della classifica dei clienti, ma anche degli investitori in un settore che non conosce crisi
fonte
***

ECPAT (End Child Prostitution, Phornography and Trafficking)
***
Lotta alla pedofilia ed alla pedopornografia
***
cheyenne

mercoledì 9 luglio 2008

Ella Fitzgerald and Louis Armstrong

Summertime
***
cheyenne

Louis Armstrong

What a Wonderful World
***
cheyenne

Frank Sinatra

My Way
***
Strangers in the Night
***
cheyenne

La città di Ferrara e gli Estensi

Storia di una famiglia per bene
Di e con Philippe Daverio – Regia di Mauro Raponi
***
Passepartout questa settimana ricostruisce il percorso storico, estetico e politico che ha portato Ferrara al suo aspetto attuale. Una vicenda che corre parallelamente alla storia di una delle corti italiane che hanno contraddistinto il Rinascimento, gli Estensi.

fonte

Raiclick
***

Ferrara: storia, arte e cultura sino a De Chirico che l'ha raffigurata in celebri dipinti
cheyenne

lunedì 7 luglio 2008

Morire di lavoro in edilizia [con 40° all'ombra]

Muore un operaio edile caduto da 6 metri
L'incidente è avvenuto in un cantiere edile a Bitritto, a pochi chilometri da Bari. Raffaele Masiello, 47 anni, era sposato con due figli
Un operaio edile è morto in un incidente sul lavoro in un cantiere a Bitritto, piccolo comune a pochi chilometri da Bari. A quanto si è saputo per ora, l'uomo è caduto da un'impalcatura. Sul posto si sono recati i carabinieri che hanno avviato indagini.
continua >>> l'articolo pubblicato sull'edizione di Bari di Repubblica
***
Chiamatela tragica fatalità, se vi pare, ma provate a guardare i lavoratori edili, lì sulle impalcature sotto tutte le intemperie e, - sopratutto - , sotto questo sotto questo sole pugliese [40°] che toglie il fiato .....
qui, l'articolo precedente
cheyenne

domenica 6 luglio 2008

La "Pizzica" e la "Taranta"

Ovvero, come ritrovare le proprie radici.
Canta e balla che ti passa: la musica non risolve i problemi ma aiuta le persone a solidarizzare, uscendo dall'indifferenza e dall'egoismo.

LA NOTTE DELLA TARANTA

***
IL TARANTISMO E LA MUSICA NEL SALENTO

***
PIZZICA TARANTATA

***

Link 1
Link 2
Link 3
***
cheyenne

sabato 5 luglio 2008

L'attimo fuggente (Dead Poets Society)

L'attimo fuggente
Regia di Peter Weir. Interprete principale: Robin Williams

O Capitano! Mio Capitano!

[...] parole e idee possono cambiare il mondo [...]
[...]dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse[...]
[...] e proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un altra prospettiva [...]
[...] ascoltate, lo sentite? – Carpe – lo sentite? – Carpe, carpe diem, cogliete l'attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita[...]

cheyenne

Walt Whitman

(1819 – 1892)
Poeta e scrittore statunitense che amò la sua Patria ed Abramo Lincoln a tal punto da dedicare molta parte della sua prosa e, come accade spesso, fu avversato per il suo anticonformismo e riabilitato negli successivi alla sua morte.
I termini "Liberta'" e "Democrazia" ricorrono spesso nei suoi versi.
Da "Foglie d'erba" (Leaves of Grass) :

O Captain! My Captain!

O Captan! my Captain! our fearful trip is done,
The ship has weather'd every rack, the prize we sought is won,
The port is near, the bells I hear, the people all exulting,
While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring;
But O heart! heart! heart!
O the bleeding drops of red,
Where on the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.

O Captain! my Captain! rise up and hear the bells;
Rise up - for you the flag is flung - for you the bugle trills,
For you bouquets and ribbon'd wreaths - for you the shores a-crowding,
For you they call, the swaying mass, their eager faces turning;
Here Captain! dear father!
This arm beneath your head!
It is some dream that on the deck,
You've fallen cold and dead.

My Captain does not answer, his lips are pale and still,
My father does not feel my arm, he has no pulse nor will,
he ship is anchor'd safe and sound, its voyage closed and done,
From fearful trip the victor ship comes in with object won;
Exult O shores, and ring O bells!
But I with mournful tread,
Walk the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
***
O Capitano! Mio Capitano!
O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato,
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! Cuore! Cuore!
O gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il Capitano,
caduto, gelido, morto.

O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;
risorgo - per te è issata la bandiera - per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri - per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! O amato padre!
Questo braccio sotto il tuo capo!
E' solo un sogno che sul ponte
sei caduto, gelido, morto.

Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili,
non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito,
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate coste, suonate campane!
Mentre io con funebre passo
Percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.
***
[traduzione da rivedere]
cheyenne

Ligabue

Il centro del mondo

aggiornamento:

Ligabue: l'Italia sembra un paese in affitto
[...]Ad emozionare più di tutto certamente l'esecuzione di Ho ancora la forza, scritta per lo "zio Guccini" e il gran finale sulle note di Buonanotte all'Italia, accompagnata dalle immagini che hanno reso il nostro paese celebre nel mondo. Berlinguer, Moro, la strage di Bologna, il premio Oscar a Benigni e tanto altro ancora per ricordare agli italiani che il nostro paese non è di chi lo governa, ma di chi lo abita. Qualche lacrima, tanti abbracci e le luci di San Siro si riaccendono[...]
continua >>> l'articolo di Marta Battioni pubblicato su Nova100 del Sole 24 Ore
cheyenne

venerdì 4 luglio 2008

Rino Gaetano

Capofortuna
***

Nun te reggae più
***
cheyenne

Ricky Shayne

Uno dei Mods
***
vi saluto amici Mods
***
cheyenne

giovedì 3 luglio 2008

La polizia: "Indifferenti davanti allo stupro sul bus"

Il giorno prima aveva giurato agli amici: «Vedrete che prima o poi riuscirò ad avere da lei quello che voglio». E quello che voleva ha provato a prenderlo con la forza martedì pomeriggio, quando su un autobus della linea 12 sbarrato, che da Bari andava verso Torre a Mare, un 16enne barese ha aggredito e tentato di violentare una ragazza di 15 anni, mentre intorno a lui i suoi amici ridevano e gli altri passeggeri, una ventina, sono rimasti fermi a guardare. Il giovane, incensurato, è stato arrestato con l´accusa di violenza sessuale dagli agenti della sezione reati sessuali e su minori della squadra mobile di Bari, mentre altri tre suoi coetanei sono stati denunciati per favoreggiamento.
L´autobus è partito martedì scorso alle 19 dalla stazione centrale, con a bordo i quattro ragazzi, tutti minorenni. Dopo dieci minuti, ad una delle fermate sull´estramurale Capruzzi, è salita anche la ragazza, una studentessa barese.

Nelle ultime settimane, finita la scuola, la giovane passava spesso il pomeriggio e parte della serata a Torre a Mare, nella piazzetta sul mare in cui incontrava la sua compagnia di amici. Nel tragitto del 12 sbarrato aveva già incrociato il branco: nessun saluto, mai uno scambio di parole fino al pomeriggio prima dell´aggressione. Dal gruppo di ragazzi era partita una battuta pesante nei confronti della giovane, ma nulla che lasciasse pensare a un seguito. Lei non aveva neanche risposto, né aveva dato peso alla cosa e non ne aveva parlato con nessuno. Dopo la battuta, invece, il 16enne aveva promesso agli amici: «Prima o poi...».
(03 luglio 2008)


continua >>>
l'articolo di Francesca Savino pubblicato sull'edizione di Bari di Repubblica
***
non vorremmo leggere di queste notizie che parlano ancora di violenza contro le donne consumata nell'indifferenza dei presenti. E' una atrocità che si aggiunge alla violenza. Uno dei mali peggiori di questa società è proprio l'indifferenza, il "chi se importa" tanto non tocca a me.

Questo vale per tutte le violenze anche sui bambini come la pedofilia.
cheyenne

Caparezza - Vieni a ballare in Puglia

Caparezza - Vieni a ballare in Puglia

I delfini vanno a ballare sulle spiagge.
Gli elefanti vanno a ballare in cimiteri sconosciuti
Le nuvole vanno a ballare all’orizzonte.
I treni vanno a ballare nei musei a pagamento
E tu, dove vai a ballare?

Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia,
tremulo come una foglia foglia foglia.
Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru,
perché può capitare che si stacchi e venga giù.

Ehi turista, so che tu resti in questo posto italico
Attento, tu passi il valico
ma questa terra ti manda al manicomio.
Mare Adriatico e Ionio,
vuoi respirare lo iodio
ma qui nel golfo
c’è puzza di zolfo,
che sta arrivando il demonio.
Abbronzatura da paura con la diossina dell’ILVA,
qua ti vengono pois più rossi di Milva
e dopo assomigli alla Pimpa.
Nella zona spacciano la moria più buona:
c’è chi ha fumato veleni all’ENI,
chi ha lavorato ed è andato in coma;
fuma persino il Gargano,
con tutte quelle foreste accese.
Turista tu balli e tu canti,
io conto i defunti di questo Paese,
dove quei furbi che fanno le imprese,
no, non badano a spese;
pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese

Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia
dove la notte è buia buia buia,
tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più.
Vieni a ballare e grattati le palle pure tu,
che devi ballare in Puglia Puglia Puglia,
tremulo come una foglia foglia foglia.
Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru
perché può capitare che si stacchi e venga giù

È vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica:
ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica.
Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia,
in quella bolgia si accoppa chi sgobba;

e chi non sgobba si compra la roba e si sfonda, finché non ingombra la tomba.
Vieni a ballare, compare, nei campi di pomodori,
dove la mafia schiavizza i lavoratori,
e se ti ribelli vai fuori

Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati in barattoli.
Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli.
Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati
e ci siamo dimenticati d’essere figli di emigrati.
Mortificàti, non ti rovineremo la gita.
Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita

Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia
dove la notte è buia buia buia,
tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più.
Vieni a ballare e grattati le palle pure tu,
che devi ballare in Puglia Puglia Puglia
dove ti aspetta il boia boia boia.
Agli angoli delle strade spade più di re Artù,
si apre la voragine e vai dritto a Belzebù

O Puglia Puglia mia tu Puglia mia,
ti porto sempre nel cuore quando vado via.
E subito penso che potrei morire senza te.
E subito penso che potrei morire anche con te
***
cheyenne

Gracias a la vida (Violeta Parra)

Gabriella Ferri - Gracias a la vida - grazie alla vita (Violeta Parra)

cheyenne

Ingrid Betancour libera, tutte le reazioni nel mondo

Ingrid Betancourt e altre quattordici persone tenute in ostaggio dalle Farc sono state liberate con un blitz delle forze armate colombiane.

Lo ha annunciato il ministro della Difesa colombiano Santos. Insieme alla franco-colombiana Betancourt, da più di sei anni ostaggio delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, sono stati liberati tre cittadini americani e undici soldati colombiani.

"Prima di tutto voglio ringraziare Dio e i soldati della Colombia". Queste le prime parole pubbliche di Ingrid Betancourt, raccolte da Radio Caracol poche ore dopo la sua liberazione. "Credo" che la liberazione degli ostaggi, ha aggiunto, "sia un segnale di pace per la Colombia". L'ex ostaggio delle Farc ha anche affermato che l'operazione dell'esercito colombiano è stata "perfetta", "non ci siamo resi conto di quello che succedeva, perché non c'è stato un solo sparo".

continua >>> l'articolo pubblicato sul Network Expobg
***


Biografia
Figlia dell'ex senatrice Yolanda Pulecio e di Gabriel Betancourt, ex ministro dell'Educazione, Ingrid è nata in Colombia il 25 dicembre 1961. Si trasferisce presto in Francia, al seguito del padre, nominato ambasciatore all'Unesco. Laureata a Parigi in Scienze politichesposa in prime nozze un compagno di studi, il diplomatico francese Fabrice Delloye,padre dei suoi due figli Melanie e Lorenzo. Dopo il divorzio si risposa con un manager colombiano di origine francese, Juan Carlos Lecompte.
Pacifista, attivista per i diritti civili, nel 1989 torna nel suo Paese per dedicarsi alla carriera politica. Nel 1994 diventa deputato, nel 1998 senatrice.
Fonda il partito di centro-sinistra Ossigeno Verde e nel 2002 si candida alle presidenziali contro Alvaro Uribe. In campagna elettorale prende posizione contro la corruzione e il narcotraffico.

Il rapimento
A tre mesi dalle elezioni, il 23 febbraio 2002 Ingrid viene sequestrata nel Sud della Colombia dalle Forze Armate Rivoluzionarie(Farc),insieme a Clara Rojas,candidata alla vicepresidenza. Rojas, insieme a un altro ostaggio, Consuelo Gonzales De Perdono ,è stata liberata a gennaio grazie alla mediazione del presidente venezuelano Hugo Chavez. Il 28 febbraio scorso le Farc liberano un'altra ex parlamentare rapita nel 2001,Gloria Polanco.

Le Farc
Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, fondatenel1964, sono il braccio armato del Partito comunista colombiano .Le Farc, potevano contare secondo le ultime stime su 16mila guerriglieri,controllano attualmentedal3al5%del territorio colombiano. L'attuale capo è Guillermo Leon Saenz, conosciuto come Alfonso Cano che ha preso il posto del capo storico Manuel Marulanda, morto il 26 marzo scorso. LeFarc, recentemente, si sono indebolite. Il 1˚marzo,l'Esercito colombiano ha ucciso il numero due del movimento Raul Reyes,insieme adaltri18membri.Il18maggiosi è costituita Nelly Avila Moreno, detta Karina, uno dei combattenti più attivi.

continua >>> l'articolo di Ilario Piagnerelli "http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2008/07/betancourt-libera.shtml?uuid=d738a732-48c6-11dd-be66-4257e4fdd63d&DocRulesView=Libero"Betancourt libera dopo sei anni" pubblicato su Il Sole 24 Ore
***
Le figaro.fr
***
Independent.co.uk
***
elpais.com
***
zeit.de
***

bentornata alla vita, grande Ingrid, ha vinto la tua lotta contro la corruzione e il narcotraffico !
cheyenne

martedì 1 luglio 2008

Con te partirò - Time To Say Goodbye

Sarah Brightman and Andrea Bocelli

cheyenne

Joan Baez

Sacco & Vanzetti

cheyenne

Viaggio nella memoria storica dell'emigrazione italiana: Da Genova a Ellis Island

Statue of Liberty on Liberty Island, New Jersey
«Da Genova a Ellis Island». Galata Museo racconta l'emigrazione italiana
Il momento dell'imbarco è quello più drammatico ed esaltante: chi parte è consapevole di tagliare i ponti, sa che potrebbe essere per sempre. Il viaggio stesso, 13 giorni in nave attraverso il Mare Oceano, è un'avventura da far tremare i polsi. Genova, alla fine del XIX secolo, è la grande porta d'addio per molti dei 29 milioni di italiani che lasciano il paese nel peirodo compreso tra l'Unità d'Italia e la Seconda Guerra Mondiale: 3 milioni di loro passeranno ad Ellis Island, isola-frontiera con vista sul sogno americano.
continua >>> l'articolo di Gigi Donelli pubblicato sul Sole 24 Ore
***
A Genova una mostra per rivivere il viaggio verso “La Merica”
continua >>> l'articolo di Emanuele Rossi pubblicato sul Blog.Panorama

***

Emigrazione, con i nostri nonni in viaggio per la Merica

La differenza, tra una mostra "normale" e questa "La Merica" inaugurata il 20 giugno, è molto semplice. E' la stessa differenza che c'è tra il vedere e l'essere. L'allestimento - otto sale in tre gallerie per un totale di milleduecento metri quadri - lascia a bocca aperta: il controllo dei documenti, l'imbarco, la partenza, i materassi della terza classe sui quali ci si può sdraiare, l'infermeria, il carcere di bordo. E poi l'emozione del passaggio sotto la Statua della Libertà, le spietate visite ad Ellis Island, l'interrogatorio (29 domande a raffica). Fin qui, una bella mostra. Che diventa affascinante per un particolare molto semplice: l'emigrato siete voi.Siete voi che consegnate il Passaporto all'ufficio imbarchi (è il biglietto d'ingresso della mostra, e un codice a barre permette all'impiegato, dall'altra parte dello sportello, di regalarvi un nome e una storia che vi seguirà per tutta la mostra), siete voi a scegliere la cuccetta e a misurarvi con gli altri immigrati, siete voi a rispondere agli sgherri dell'ufficio immigrazione: ventinove domande in inglese, ventiniove traduzioni in italiano e - alla fine - il responso: accettato oppure respinto. Poi, a fine mostra, speciali "titoli di coda" vi raccontano che fine avete fatto: voi e le altre decine di personaggi che hanno fatto da filo conduttore. C'è chi ha fatto fortuna, chi è morto di stenti, chi è tornata nella terra natia. E c'è anche Nicola Sacco, che morirà sulla sedia elettrica insieme a Bartolomeo Vanzetti e questa - almeno - è una storia che tutti conosciamo.
continua >>> l'articolo di Raffaele Niri pubblicato sull'edizione di
Genova di Repubblica

***

La Statua della Libertà era il primo "simbolo" che gli emigranti italiani vedevano dalla loro nave.

[...]"Se avrai mie notizie, vuol dire che ce l'avrò fatta" [...] da un cartolina postale di un emigrante italiano e meridionale , con "la valigia di cartone ..."

cheyenne

Zemanta Pixie