FLARE : acronimo di "Freedom, Legality And Rights in Europe"
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Quattro giornate europee per discutere cosa fare per rafforzare la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, che vanno assumendo dimensioni e caratteristiche sempre piu' trasnazionali: è "Contromafie", l'iniziativa che si svolgera' dall'8 all'11 giugno presso la sede del Parlamento europeo e che per la prima volta vedra' arrivare a Bruxelles 700 rappresentanti dell'antimafia civile provenienti da oltre 50 Paesi europei e non.
Tra le associazioni presenti anche Libera, presieduta da Don Luigi Ciotti. L'assemblea - promossa da Flare, network europeo finalizzato alla cooperazione tra le organizzazioni della societa' civile nella lotta contro il crimine organizzato - si aprira' domani pomeriggio con un intervento del presidente dell'Europarlamento, Hans Gert Pottering. Seguiranno poi, fino a mercoledi', una serie di seminari in cui esperti, magistrati, parlamentari europei e rappresentanti delle forze dell'ordine, del mondo della scuola, e delle associazioni antimafia discuteranno su tutti i possibili interventi e sulle misure da mettere in campo in Europa per rendere ancor piu' efficace le politiche di contrasto alle mafie. In particolare, i lavori si concentreranno su come affrontare alcuni degli aspetti che piu' alimentano le mafie di tutta Europa, dal narcotraffico ai crimini contro l'ambiente (vedi la gestione dei rifiuti), dalla tratta degli esseri umani al traffico illegale di armi. All'iniziativa saranno presenti anche molti dei familiari delle vittime di mafia, tra cui, nella delegazione italiana, la figlia di Marcello Torre, il sindaco del comune campano di Pagani ucciso dalla camorra nel 1980
fonte Libera
fonte Libera
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Freedom, Legality And Rights in Europe è un percorso per la costruzione di un network finalizzato alla cooperazione tra le organizzazioni della società civile nella lotta contro le mafie e le criminalità organizzate transnazionali che ha nel corso di quest'anno realizzato tre appuntamenti che simbolicamente hanno abbracciato tutta l'Europa da Berlino passando per Cracovia e finendo a Bari.
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Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio del '93
"Mafiosi pentitevi, verrà il giorno del Giudizio di Dio. Questa terra vuole la vita!"
(e la mafia gli rispose d'estate con le autobombe nelle chiese romane di San Giovanni e di San Giorgio al Velabro). Lanciando l'accusa contro la mafia, il primo Papa a scagliarsi contro i seminatori di morte, Wojtyla si era rivolto ad una grande Croce che era stata portata da una chiesa dei Belice distrutta dal terremoto: "Nel nome di questo Cristo, di questo Cristo morto e risorto, io dico ai responsabili: convertitevi!". Poi Wojtyla aveva abbracciato i genitori del giudice ragazzino Rosario Livatino ucciso dalla mafia: "Non posso non ricordare i figli di Sicilia caduti per affermare gli ideali di giustizia e di legalità"
Il Papa che parlò al mondo ...
"Mafiosi pentitevi, verrà il giorno del Giudizio di Dio. Questa terra vuole la vita!"
(e la mafia gli rispose d'estate con le autobombe nelle chiese romane di San Giovanni e di San Giorgio al Velabro). Lanciando l'accusa contro la mafia, il primo Papa a scagliarsi contro i seminatori di morte, Wojtyla si era rivolto ad una grande Croce che era stata portata da una chiesa dei Belice distrutta dal terremoto: "Nel nome di questo Cristo, di questo Cristo morto e risorto, io dico ai responsabili: convertitevi!". Poi Wojtyla aveva abbracciato i genitori del giudice ragazzino Rosario Livatino ucciso dalla mafia: "Non posso non ricordare i figli di Sicilia caduti per affermare gli ideali di giustizia e di legalità"
Il Papa che parlò al mondo ...
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cheyenne
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