martedì 1 luglio 2008

Viaggio nella memoria storica dell'emigrazione italiana: Da Genova a Ellis Island

Statue of Liberty on Liberty Island, New Jersey
«Da Genova a Ellis Island». Galata Museo racconta l'emigrazione italiana
Il momento dell'imbarco è quello più drammatico ed esaltante: chi parte è consapevole di tagliare i ponti, sa che potrebbe essere per sempre. Il viaggio stesso, 13 giorni in nave attraverso il Mare Oceano, è un'avventura da far tremare i polsi. Genova, alla fine del XIX secolo, è la grande porta d'addio per molti dei 29 milioni di italiani che lasciano il paese nel peirodo compreso tra l'Unità d'Italia e la Seconda Guerra Mondiale: 3 milioni di loro passeranno ad Ellis Island, isola-frontiera con vista sul sogno americano.
continua >>> l'articolo di Gigi Donelli pubblicato sul Sole 24 Ore
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A Genova una mostra per rivivere il viaggio verso “La Merica”
continua >>> l'articolo di Emanuele Rossi pubblicato sul Blog.Panorama

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Emigrazione, con i nostri nonni in viaggio per la Merica

La differenza, tra una mostra "normale" e questa "La Merica" inaugurata il 20 giugno, è molto semplice. E' la stessa differenza che c'è tra il vedere e l'essere. L'allestimento - otto sale in tre gallerie per un totale di milleduecento metri quadri - lascia a bocca aperta: il controllo dei documenti, l'imbarco, la partenza, i materassi della terza classe sui quali ci si può sdraiare, l'infermeria, il carcere di bordo. E poi l'emozione del passaggio sotto la Statua della Libertà, le spietate visite ad Ellis Island, l'interrogatorio (29 domande a raffica). Fin qui, una bella mostra. Che diventa affascinante per un particolare molto semplice: l'emigrato siete voi.Siete voi che consegnate il Passaporto all'ufficio imbarchi (è il biglietto d'ingresso della mostra, e un codice a barre permette all'impiegato, dall'altra parte dello sportello, di regalarvi un nome e una storia che vi seguirà per tutta la mostra), siete voi a scegliere la cuccetta e a misurarvi con gli altri immigrati, siete voi a rispondere agli sgherri dell'ufficio immigrazione: ventinove domande in inglese, ventiniove traduzioni in italiano e - alla fine - il responso: accettato oppure respinto. Poi, a fine mostra, speciali "titoli di coda" vi raccontano che fine avete fatto: voi e le altre decine di personaggi che hanno fatto da filo conduttore. C'è chi ha fatto fortuna, chi è morto di stenti, chi è tornata nella terra natia. E c'è anche Nicola Sacco, che morirà sulla sedia elettrica insieme a Bartolomeo Vanzetti e questa - almeno - è una storia che tutti conosciamo.
continua >>> l'articolo di Raffaele Niri pubblicato sull'edizione di
Genova di Repubblica

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La Statua della Libertà era il primo "simbolo" che gli emigranti italiani vedevano dalla loro nave.

[...]"Se avrai mie notizie, vuol dire che ce l'avrò fatta" [...] da un cartolina postale di un emigrante italiano e meridionale , con "la valigia di cartone ..."

cheyenne

Zemanta Pixie

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